Questa settimana nella rubrica musicale proponiamo i Little Joy composti da Rodrigo Amarante, membro dei brasiliani Los Hermanos, Fabrizio Moretti (batterista degli Strokes) e la polistrumentista Binki Shapiro. Amarante e Moretti si incontrano per la prima volta ad un festival a Lisbona nel 2007 dove entrambi si esibivano con le rispettive band. Ad un anno di distanza si rincontrano a Los Angeles (Amarante lavora ad un progetto con Devendra Banhart), a loro si unisce Binki Shapiro e i tre cominciano a lavorare su delle tracce che poi andranno a formare l'album omonimo che esce a novembre del 2008.
Questa disco si rivela una piccola perla discografica: le sonorità sono abbastanza distanti dai ritmi serrati e dal rock un po' saccente che tanto amiamo degli Strokes, sia da quello più leggiadro
dei Los Hermanos. Gli 11 pezzi alternano toni spensierati e nostalgici, con un sottofondo di melodie rilassanti e scacciapensieri che ci rimandano ai suoni dal gusto retro degli anni '60 e alla musica brasiliana ottenute grazie alla grande varietà di strumenti utilizzati, dove le due voci, quella decisa di Amarante unita a quella sensuale di Binki Shapiro, si inseguono con spontaneità e semplicità,creando un'atmosfera aggregativa.
La critica ha pienamente promosso questo album che supera appena i 30 minuti di ascolto, perché in un panorama indie come quello attuale, questo disco è stato sì un azzardo, ma è riuscito a superare le aspettative; una volta ascoltati, non si può non dipendere da questa piccola gioia, e
godersela appieno anche solo per mezz'ora.
Curiosità: il nome della band deriva dal cocktail bar che è situato nelle vicinanze dello studio di registrazione.
Sergio.
Questa disco si rivela una piccola perla discografica: le sonorità sono abbastanza distanti dai ritmi serrati e dal rock un po' saccente che tanto amiamo degli Strokes, sia da quello più leggiadro
dei Los Hermanos. Gli 11 pezzi alternano toni spensierati e nostalgici, con un sottofondo di melodie rilassanti e scacciapensieri che ci rimandano ai suoni dal gusto retro degli anni '60 e alla musica brasiliana ottenute grazie alla grande varietà di strumenti utilizzati, dove le due voci, quella decisa di Amarante unita a quella sensuale di Binki Shapiro, si inseguono con spontaneità e semplicità,creando un'atmosfera aggregativa.
La critica ha pienamente promosso questo album che supera appena i 30 minuti di ascolto, perché in un panorama indie come quello attuale, questo disco è stato sì un azzardo, ma è riuscito a superare le aspettative; una volta ascoltati, non si può non dipendere da questa piccola gioia, e
godersela appieno anche solo per mezz'ora.
Curiosità: il nome della band deriva dal cocktail bar che è situato nelle vicinanze dello studio di registrazione.
Sergio.
1 commento:
Questi little joy sono fortissimi! Grandi ragazzi e grande Sergio.
Saluti da Cavallo Pazzo
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