giovedì 26 novembre 2009

Le intervista dello Shout: Franca Corradini

Giovedì scorso abbiamo avuto il piacere di ospitare ai microfoni dello Shout Franca Corradini, cofondatrice del No Berlusconi Day, manifestazione popolare 'viola' che il 5 dicembre scenderà in strada per chiedere le dimissione dell'attuale presidente del consiglio. Pubblichiamo l'intervista per chi non ha avuto modo di sentirci o per chi l'ha fatto e volesse riascoltarla.
Io e il mio staff ringraziamo di cuore Franca che molto gentilmente si è prestata alle nostre domande.

Un saluto a tutti da Skizzo.

giovedì 19 novembre 2009

Ready Steady Rock! presenta The Dead Weather


Questa volta parliamo un gruppo molto sui generis in quanto formato da componenti di altre band: la voce è quella di Allison Mosshart dei Kills, il chitarrista è Dean Vertita dei Queens of the Stone Age, al basso c'è Jack Lawrence dei Raconteurs e alla batteria, nonché produttore del disco, c'è il mitico Jack White dei White Stripes (tutti gruppi di cui ptrecedentemente presentati in questa rubrica.
Il gruppo è di recentissima formazione essendo nato a Nashville all'inizio del 2009, dove i 4 musicisti si erano ritrovati per delle jam session, ma il tutto si è protratto per circa un mese in cui sono state scritte le canzoni di quelli dopo poco sono diventati i Dead Weather. I frutti di questo lavoro si vedono a luglio quando esce l'album Horehound, il quale raggiunge subito le zone alte delle classifiche inglesi e americane. Ovviamente le influenze principali sono quelle dei gruppi di appartenenza dei vari membri, ma soprattutto questo disco potrebbe essere considerato un riassunto di tutto ciò che è stato fatto nella musica rock e tutti i generi con cui si è incrociato: dal blues al country, passando per hard e funk rock.
Ai DW bisogna dare il merito di essere riusciti a bilanciare tutte queste influenze nella maniera giusta, regalandoci un disco apprezzabile; ma alla fine dei conti questo disco suona sempre e comunque come una jam session, un'esercitazione fatta da quattro musicisti di diversa estrazione, senza dare un vero senso di affiatamento e il perseguimento di un intento comune.
In attesa del loro secondo album sul quale stanno lavorando al momento, freniamo i giudizi definitivi e ascoltiamo quanto di buono i DW ci sanno offrire.

giovedì 12 novembre 2009

Ready Steady Rock! presenta The Von Bondies


Questa volta parliamo dei Von Bondies, gruppo di Detroit nato nel 2000 dopo una fase di stabilizzazione in cui sono stati cambiamenti di nome e di membri all'interno del gruppo; vengono notati ad un concerto di Capodanno da un produttore di discografico che li mette subito sotto contratto. Nel 2001 esce il loro primo lavoro dal titolo Lack of Communication che vede come produttore il concittadino Jack White, voce e mente dei White Stripes, facendo sentire molto l'influenza del suo gruppo sul primo lavoro dei VB.
Il rapporto con White non prosegue in maniera idilliaca (il cantante dei Von Bondies viene pestato un paio di volte dal pacifico Jack) e nel loro secondo disco cambiano produttore, ma soprattutto cercano di allontanarsi dallo stile caro ai White Stripes: l'album esce nel 2003 col titolo Pawn Shoppe Heart e con questo lavoro arriva un discreto successo per i Von Bondies.
Dopo il tour che segue l'uscita del disco, per i VB arriva un silenzio lungo 4 anni ; periodo in cui il cantante e mente del gruppo, Jason Stollmeister, si sposa e divorzia, facendo sì che questi si dedicasse più alla vita personale che alla band. Passata la 'burrasca' sentimentale, i Von Bondies si ritrovano nel 2008 per lavorare nuovamente insieme e nel febbraio 2009 esce il loro terzo album dal titolo Love Hate and Then There's You: con questa opera, la loro musica cambia in maniera sostanziale, uscendo definitivamente dall'ombra dall'ombra di Jack White e da tutta la scena musicale di Detroit, inserendosi piuttosto nella scia dei gruppi rock-pop che cercano di scalare le classifiche con motivi orecchiabili. La critica distrugge questo lavoro, ma c'è da dire che diverse canzoni risultano accattivanti, rimanendo così in testa all'ascoltatore, il quale non può fare a meno di accennare qualche passo di danza al ritmo di queste canzoni.

giovedì 5 novembre 2009

Ready Steady Rock! presenta Soulsavers


Dopo un lungo periodo di pausa, torna il nostro viaggio all'interno del mondo indie rock. Questa settimana ci occupiamo dei Soulsavers, duo di Manchester formato nel 2000 da Rich Machin e Ian Glover. Il loro esordio discografico risale al 2003 con l'album quasi completamente strumentale Tough Guys Don't Dance, dove alla loro chiara matrice elettronica vengono affiancate rock, country, soul e gospel; questo disco però passa quasi inosservato dal pubblico e dalla critica.
Con il secondo album pubblicato nel 2007 dal titolo It's not How Far You Fall, It's the Way You Land arriva il salto di qualità grazie all'ingresso di Mark Lanegan (Screaming Trees, Queens of the Stona Age) che oltre a prestare la sua voce in diversi pezzi, viene anche accreditato come co-autore di 5 pezzi e ciò li porta anche ad avere una certa notorietà; la loro musica si avvicina di più alle atmosfere cupe tipiche del cantante americano.
Dopo questo disco, i Soulsavers vanno in tour per la prima volta e questo va ad influenzare il loro successivo lavoro in studio che esce nell'agosto del 2009 dal titolo Broken, in cui si sente un'impronta maggiormente rock grazie a chitarre e batterie molto più presenti rispetto al passato. In questo album prevarica l'influenza di Mark Lanegan, il quale da quei connotati da ballate rock tipicamente americane.
A contraddistinguere la musica dei Soulsavers è comunque l'uso di molti strumenti come pianoforti, violini e sintetizzatori oltre a quello che ci si aspetta da una band rock; ma è la voce di Lanegan a farla da padrona, la quale riesce ad adattarsi a qualsiasi cambiamento.

venerdì 23 ottobre 2009

classifica ad orologeria

piano casa, chi era costui? Ad inizio anno molto ha fatto parlare quest'accordo Stato-regioni(31/3/'09) per far girare l'economia andando ad aumentare il volume delle case. Poi......quello che tutti sappiamo. Il volume delle casse si abbassa in memoria delle vittime del terremoto in Abruzzo, non si parla più di piano casa e quella che sembra girare non è l'economia, ma la fortuna, che gira le spalle al Pres. costruttore ed ai suoi amici.Emergenza.Passata.Come l'estate, durante la quale(19/8/'09),con il promulgamento della legge n.16, approved by consiglio regionale,anche l'Abruzzo passa al piano di cui sopra.E se ne torna a parlare...Poi....Messina.Emergenza.L'ubiquo-obliquo Bertolaso, onnapresente.Piano casa che più che un volano sembra un boomerang. O no? In fondo $.B. , con la consegna delle prime case in Abruzzo (soldi Croce Rossa, costruttore Trentino), si è fatto bello con i soldi degli altri;d'altronde non ha cominciato proprio così?
Che differenza nel chiamarla TENDOPOLI o VETRINA IN ALLESTIMENTO?
Comunque, delle due l'una: o parlare di piano casa porta sfiga(non a tutti) o il piano casa consiste nell'esportare bellissime casette al sud in puro style sud-tyrol. E siccome non credo nella sfortuna, a meno che non la si intenda col fatto di avere questa classe politica di così poca classe, propendo per il lato b del piano che, senza scomodare il famoso Renzo, prevede la costruzione delle bellissime casette in legno che vediamo nei depliant dei tour operator.Previa naturalmente la costruzione di Case in Libertà,abusive e/o prive di ogni certificazione e relativa fine dovuta ad "eventi eccezionali". Quindi, se ci tenete ai denti avrete imparato che prevenire è meglio che curare, ma se ci tenete anche a tutto il resto ecco la CLASSIFICA DEI 13* SEGNI DA CUI SI PUò AVVERTIRE CHE IL PIANO CASA STA ARRIVANDO NEL TUO COMUNE_ udeur construction

13) nelle agenzie di viaggio ti vengono offerti clamorosi pacchetti vacanza, ma nel tuo stesso paese
12) Bruno Vespa si mette a girare porta a porta e pensi:"Ma dove sono i testimoni di geova quando li vuoi?!!"
11) accanto ai cartelli in lingua italiana compaiono cartelli in tedesco
10) la lottizzata RAI (Raccomandati Autori Italiani) vi si trasferisce per sequel di successi come "Meno siamo meglio stiamo" e "L'eredità_ dei governi precedenti_" con le simpatiche ragazze della scossa
9) la città è tappezzata di manifesti con slogan del tipo "Un Presidente ricostruito per un paese ricostruito". A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA (vedi sopra)
8) dal centro di controllo dicono che va tuuuuuutto bene!
7) vedi Paolo Crepes (pissicologo televisivo) che c'ha dato un taglio al baffo, là dove il PD non è riuscito, e ne rimani impressionato tanto da non renderti conto di ciò che dice( come al solito, ma poco male) come delle evidenti crepe sul muro (più grave)
6) trentatre trentini entrarono da Trento tutti e trentatre trotterellando. Difficile anche da scrivere....
5) la ricostruzione è un invito a nozze per la popolarità del governo.E sempre meglio di un invito in disco per il 18esimio compleanno. L'opposizione meglio non si faccia vedere, sgretolata com'è più della città stessa o di Laura Antonelli
4) ci sono in giro grandi promo come "60 in meno,chiavi in mano (se ce la fai)!più un portachiavi con4aquile e la spesa fatta da Capezzone con lo strudel per una settimana"
3) boss e politici locali si strizzano l'occhio ammiccando alla ricostruzione e chi non vuol intendere IN TENDA
2) "Non pagherete + l'ici. Avete capito bene, non pagherete + l'ici." Dato che non avrete + una casa. Commento del porporato Bagnasco aka "io non ci casco": "Anche noi non paghiamo.Grazie a Dio"
1) sei in piazza al solito bar e vedi Bertolaso

Si prega di non mettere questa classifica in un cassetto, ma in un ripiano bene in vista.

In buona sostanza la ricostruzione, come la guerra che spesso ne è il trailer, rende; noi, che di democrazia non siamo tanto ferrati, almeno fino al punto di pensare ad esportarla, interveniamo, per così dire, "quando i buoi sono già scappati dalla stalla". E tutti sono ancora, invece, dentro le loro case.
Non sono contro l'export del sicuro ed ecologico modello trentino, bensì contro l'essere anti a prescindere. L'antisismico è un dovere più di un diritto, ma l'antico,atavico, abusivismo con dessert il condono porta ad un punto, due punti:morto. Dopo un terremoto c'è la conta che la tv ci racconta, ma se di natura politica tutti cadono in piedi, manco fossero da mediaworld. Una cosa che rende, spesso non rende migliori.La ruota si è fermata al verbo rendere: chi lo pensa in pezzi da 100, chi nella messa in sicurezza degli edifici, chi vuole giustizia e lotta per ottenerla, chi prende visione,chi deve dare conto di varie inadempienze,chi restituisce qualcosa che non serve +,chi omaggia le salme e chi, dentro quelle bare, ha un proprio caro e prega per rivederlo. Tocca a te farla girare, la vita non è un rendiconto, ma un rendersi conto. peace jmb

ps: 13 non è un caso, non lo è mai.

mercoledì 14 ottobre 2009

classifica ad orologeria

Pd sugli scudi,ultima mente.No,non il partito emocratico,la cui esistenza è un dogma, ma bensì Patrizia "Daddy" D'ad dario&registratore.Il nostro playboy Presidente del Coniglio certo non è un pirla,come del resto Mourinho, mentre su Moratti mi astengo come ha fatto, unico, THALER AUSSERHOFER Helga, UDC-SVP-Aut sulla Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009. Venendo a noi, $.B ha detto che non sapeva che la Sig.na di cui sopra, presentatasi al nostro come Alessia, fosse una escort;ecco allora l'impellente necessità di una classifica dei segni da cui si può riconoscere di avere davanti un escort. Una classifica che non è ad personam, giacchè rivolta all'intera papilazione e che non vuol indagare su come si spendono certe o incerte notti e neanche su quanto si spende.Sperando possa essere una sorta di condom tombale sulla vicenda, via allora alla classifica ad orologeria intitolata questa settimana "Facciamo 31&lodi feat. stasera escort". Loading.............................chi ha parlato di lodi??!!!Non lo sò, non c'ero, come i 22deputati PD quando si è votato sullo scudo fiscale...

I 31 SEGNI DA CUI PUOI RICONOSCERE DI AVERE DAVANTI UNA/UN ESCORT_l'amore è un apostrofo rosa tra le parole "un" "escort"

31) c'è sempre un dopocena con dono
30) è un operatrice orizzontale, ma non è una bidella
29) conosce sì il trans atlantico, MA ANCHE il trans Patrizia aka il carabiniere. xmore ninfo chiedere a Lapo E.
28) raccontando delle sue inclinazioni tende pericolosamente a 90°
27) come in parlamento, non c'è opposizione (NO AI RESPINGIMENTI)
26) odi il tintinnar di manette, ma è già chiaro che fini rai dentro
25) ha frequentato casini, ma "Io c'entro" era lo slogan dei clienti
24) preferisce palazzo Grazioli, così non ha spese di condom inio
23) nella Camera il suo preferito è Bocchino
22) sulla bicamerale dice che preferisce il lettone di Putin
21) ride all'ennesima barzelletta su Berlusconi,Pier $ilvio e Lory Del Santo (padre,figlio e $pirito $ardo)
20) ha la tessera del pdl: POPOLO DELLA LUSSURIA
19) per concludere non c'è bisogno della mediazione di Letta (letto consigliere)
18) la bravura è talmente tanta tra le lenzuola che il mattino seguente deve intervenire Bertolaso
17) ha visto più letti di Mastrota
16) ingoia sempre, come Fini
15) il suo cantiere è sempre aperto
14) c'è più plastica in lei che nella villetta di rogne di Bruno Vespa
13) è amica di Cosimo Mele
12) non usa precauzioni, come ogni costruttore
11) mostra subito il CV, ambedue i lati
10) doveva prendere i voti, ma alle neuropee
9) secondo la questura non è una escort
8) alle cenette simpatiche si mostra, come anche la Carfagna, di bocca buona
7) preferisce l'analogico, ma prende anche senza una parabola. per la tessera dove?
6) per la serie "parla come ti rimangi" dice:"Facciamolo come quando parli con i giornalisti,poi mi rimangio tutto io".
5) promulga sempre
4) la sua legge preferita è quella elettorale ("porcellum")
3) è patrimonio dell' UNESCORT
2) l'approccio è più facile che con il giudice Metta
1) quando dice che ci saranno turbolenze si riferisce al volo diStratto destiNation villa certosa.


In definitiva il principale esponente del partito avverso alle sinistre ( Veltrony W.) non è poi neanche Partito per l'Africa, mentre sorgono dubbi sulle capacità di discernimento di colui che vuole unire la Sicilia con la terra amata da Venditti ( la grande opera si chiamerà "ponte Milvio 2").
Certo certosino,invece, il fatto che la gente,come dice Lui, la sappia prendere.....

Alla prossima, se ci sarà jmb

giovedì 1 ottobre 2009

THE SHOUT IS BACK

The Shout is back in town Dopo due lunghi mesi, molte serate live e con un'abbronzatura ancora invidiabile, noi dello Shout sentivamo la vostra mancanza e ci siamo detti: ''Perchè non tornare?''. E per un ritorno in grande stile, la famiglia si allarga! Gli ascoltatori più fedeli riconosceranno le voci storiche, che vi terrano compagnia anche quest'anno, ma a loro si aggiungeranno le nuove scoperte. Sergio irromperà con chitarre elettriche e batteria, allargando i vostri orizzonti musicali con la sua Ready Steady Rock. Memmo con il suo Cinema Anfetaminico dirà la sua sui più grandi registi e sui loro film, ma senza svelare il finale! Maria Chiara deciderà quale artista salvare e chi buttare dalla torre con Giù la Testa. Non sapete cosa organizzare per il fine settimana? Giulia sarà la vostra Week end Planner. A tutti i geek ascoltatori Stefy svelerà le novità del momento con la sua Original Technology. Raffaele vi farà da personal trainer con la sua Bio and Fitness. Ma chi cura il fisico non può non curare anche lo spirito. Mariellen ed il suo Gossip Shout faranno proprio al caso vostro e l'amico Jumbo con le sue attente riflessioni sul mondo politico italiano. Se tutto questo non vi basta, Peppe vi saprà stupire. E come non nominare la colonna portante, la voce che vi terrà compagnia per le 2 ore di diretta? Skizzo Ice torna ai microfoni a coordinare tutti noi e ... chissà che non ci riservi anche lui qualche sorpresa. Ora che le presentazioni sono state fatte, non vi resta che ascoltarci dalle 21:00 alle 23:00 ogni giovedì.Se non conoscete lo Shout, da quest'anno avete ancora più motivi per farlo. Cosa aspettate?
STAFF SHOUT

mercoledì 8 luglio 2009

Ultimo Shout Dell'Anno!

Giovedì 9 luglio 2009, gran galà di chiusura dello Shout.it.
Ebbene si, è passata un’altra stagione, e lo Shout.it, alla sua seconda edizione in versione community, anche in questo anno ha saputo regalare emozioni e sorprese a tutti, per primo a me medesimo che 8 anni fa ho creato il format Shout e da allora non ho mai smesso di credere che si potesse creare una radio e un programma alla portata di tutti e che fosse di tutti.
La nostra famiglia in questa stagione si è ingrandita ed è proprio ai miei collaboratori che va il mio primo ringraziamento, a partire da Sergio e Domenico i veterani dello Shout visto che hanno concluso la loro seconda intera stagione come ideatori,creatori e conduttori delle loro rispettive rubriche, la musica per Sergio, il cinema per Domenico, nonché ovviamente validi e ottimi supporti vocali nella stesura della puntata, ormai li possiamo considerare dei veri e propri speaker entrati di diritto nel mondo radiofonico.
Oltre a loro due oramai pilastri dello Shout altri nuovi membri si sono aggiunti allo staff, cosa dire di Giulia, da ascoltatrice consigliera/grafica, nel giro di una sera si è ritrovata una rubrica in mano, quella degli indimenticabili anni ’80, portando a termine un percorso che ogni settimana ci ha fatto scoprire cosa fosse la musica in quel decennio e lo ha fatto nel migliore dei modi con un entusiasmo e un’energia, che a volte mi ha sorpreso e che ovviamente non poteva che darmi ulteriore spinta a migliorare il nostro prodotto finale.
Maria Chiara è l’ultima giunta nella nostra famiglia ma non per questo il suo è stato un apporto minore, anzi, riscoperta per caso grazie alla tecnologia da ex colleghi siamo subito tornati a rispolverare un’intesa radiofonica mai del tutto dimenticata e così con la sua “giù la testa”, ci ha mostrato i diversi lati della musica e i diversi modi di viverla da parte dei vari artisti.
Giuseppe è un altro pezzo aggiunto al mondo Shout nella nostra seconda metà della stagione, con la sua poesia misto al tocco filosofico che lo contraddistingue e coadiuvato da due amici dello Shout Peppe di Taranto e Danilo ci hanno radio-trasportati nel magico mondo di De andrè, vista la ricorrenza del decennale della sua morte, ripercorrendo le fasi salienti della sua vita accompagnati dal brano che più ne rappresentava l’essenza.
Ricordo con piacere altri amici che hanno reso “particolare” questa nostra stagione radiofonica,e dunque ringrazio con piacere Tashi che con pazienza mi ha aiutato e sopportato nella folle idea di portare in qualche modo la musica elettronica, di cui lui è un grande creatore, all’interno dello Shout, e con gli stacchi dell’elettro-shout il tutto è diventato realtà. Ringrazio la Lussy che per buona parte della stagione ci ha fatto rivisitare la civiltà orientale con tutti i suoi strani e buffi modi di vedere e intendere la quotidianità, e ringrazio anche Alessandro, pilota di aerei di linea, con l’hobby della radiofonia che spesso, si è collegato con noi durante le nostre puntate apportando la sua grande esperienza e anche un pizzico di colore visto che spesso si collegava dall’estero dove si trovava per lavoro.
Credo di non aver dimenticato nessuno, nell’anno in cui lo Shout sbarca nei social neetwork, il primo programma radiofonico ad essere ascoltato anche da facebook, in cui radio gioiosa marina, nostra “mamma” in frequenza l’emittente che ci accoglie e ha permesso che tutto questo potesse avvenire, espande i propri confini dell’etere ma anche l’anno in cui viene creato il primo blog interamente dedicato a un programma radiofonico, e per questo ringrazio Sergio e Giulia, senza di loro non avremmo ora il Blog dello Shout e proprio in questa stagione che volevo semplicemente ringraziare tutti loro per quello che hanno fatto, per aver creduto nel progetto Shout, per aver sacrificato il loro tempo per far in modo che ogni giovedì lo Shout fosse il vostro momento di svago.
Mi hanno fatto ridere, tante le risate in fuori onda, mi hanno fatto crescere visti i continui “scontri” sulla play list da mandare, mi hanno insegnato tante cose, esaltato nei momenti positivi e sottolineato negli errori ma soprattutto, mi riempito d’orgoglio ogni settimana, ogni giovedì sera.
Li aspetto tutti la prossima stagione per ripartire alla grande con tante novità, aspetto loro, ma aspetto anche voi perchè lo Shout è il programma di tutti è il VOSTRO format radiofonico.
GRAZIE RAGAZZI…..
SKIZZO_ICE

lunedì 8 giugno 2009

I rampanti anni '80

Anche questa volta ci ritroviamo a parlare di un gruppo, che rientra tra i protagonisti del synthpop d'origine. Ma abbandoniamo l'Inghilterra per andare ad esplorare la scena musicale tedesca. Nel 1983 nascono gli Alphaville, i quali inizialmente si fanno chiamare Forever Young (sarà il titolo di uno dei loro maggiori successi). Il loro singolo di debutto risale al 1984 ed è Big in Japan (la traccia è contenuta nell'album Forever young, che uscirà nello stesso anno). Qualche curiosità: numerose sono state le cover di Forever Young, ma tra le tante vogliamo ricordare quella di Laura Branigan del 1985 ed una più recente del 2006 ad opera degli Youth Group. Il pezzo raggiungerà il primo posto in classifica, grazie alla serie The O. C.
Giulia.

mercoledì 3 giugno 2009

Ready Steady Rock! presenta Constantines


In questo appuntamento si parla dei Constantines, gruppo di Toronto nato nel 1999. Bisogno aspettare un paio d'anni perchè arrivi il loro primo disco omonimo, il quale viene distribuito solo in Canada, ma questo non fa mancare al gruppo un certo successo soprattutto all'interno delle radio dei campus universitari. Il loro primo disco venduto al di fuori dei confini nazionali è il secondo che esce nel 2003 intitolato Shine a Light: fin qui si fanno sentire chiare le influenze dovute al punk colto dei Clash o Fugazi, ma anche il richiamo alle atmosfere cupe tipiche di Nick Cave. Dopo questo disco, comincia un proficuo periodo di tour condiviso con altre band canadesi che dura fino all'uscita del nuovo album nel 2005 dal titolo Tournament of Hearts. Dopo questo disco arriva il cambio di casa discografica che porta alla pubblicazione di diversi singoli ed EP che fanno da apripista al loro quarto album uscito nel 2008 dal titolo Kensington Heights: in quest'ultimo lavoro si può sentire come i Constantines siano più orientati verso il modello delle ballate rock, piuttosto che l'aggressività del punk; in parole povere, meno Clash più Springsteen.
Questo incrocio che sembra quasi impossibile tra il rock classico e il punk, in realtà si rivela una formula abbastanza riuscita che i nostri Constantines riescono a gestire con personalità e successo.
Alla prossima
Sergio

martedì 2 giugno 2009

I rampanti anni '80

Sottogenere della New Wave, caratterizzato dall'uso di sintetizzatori (come suggerisce il nome stesso), il synth pop ha portato al successo numerose band, soprattutto britanniche, all'inizio degli anni '80. Abbiamo già parlato dei Depeche Mode, ma tra i primissimi gruppi troviamo anche i Soft Cell. Il duo britannico inizia a comporre canzoni in cui si parla di amore, della vita, ma non mancano soggetti ''estremi'', quali il sesso, le droghe, l'omocidio ed il travestitismo. Il loro pezzo più famoso è Tainted Love, cover di un successo di Gloria Jones.
Giulia.

http://www.youtube.com/watch?v=8cCI_XDQWb0

mercoledì 27 maggio 2009

Ready Steady Rock! presenta Silversun Pickups


Questa settimana si parla dei Silversun Pickups band che si forma nel 2003 a Los Angeles, con i quattro elementi che si conoscevano grazie a precedenti esperienze con altre band con le quali si avevano collaborato. Dopo una serie di EP nel 2006 esce il loro primo disco dal titolo Carnavas, dal quale vengono estratti 4 singoli di successo, due dei quali vanno a finire nella Top 10 americana. In Italia questo disco non viene distribuito, ma varie riviste di settore lo citeranno come uno dei migliori dischi dell'anno; le influenze principali sono date dai My Bloody Valentine, ma soprattutto dagli Smashing Pumpkins. A febbraio del 2009 esce il secondo disco dal titolo Swoon, che conferma quanto era già stato fatto sentire nel disco precedente: ritmi tendenti al neo-grunge del gruppo di Corgan, caratterizzati dalle chitarre che anche nei momenti più ruvidi, mantengono quell'orecchiabilità che attira subito l'attenzione dell'ascoltatore, e linee vocali morbide del cantante si accompagnano perfettamente con la musica.
Un'ottima band, tra le più interessanti in circolazione, che ha il merito di aver fatto risorgere un genere musicale che sembrava fine a se stesso.
A settimana prossima.

lunedì 25 maggio 2009

I rampanti anni '80

Se i Cure sono stati definiti da molti (erroneamente) un gruppo goth, è il caso di parlare di una band britannica, che senza alcun dubbio ha ricercato atmosfere gothic negli anni '80, nonostante abbia trovato il successo con il synthpop e l'elettronica. Parliamo dei Depeche Mode. Il gruppo è noto a tutti per il brano Enjoy the silence, ma torniamo indietro di esattamente 9 anni all'inizio della loro carriera discografica. Speak and Spell è il loro primo album e non si può non parlare di uno dei singoli di maggior successo: Just can't get enough. Il pezzo spopola nei club e nelle discoteche con un sound tipicamente disco. Qualche curiosità: il 17 aprile 2009 è uscito in Italia il loro ultimo disco Sound of the Universe. Il 16 e 18 giugno saranno a Roma e Milano con il loro Tour of the Universe.
Giulia.

martedì 19 maggio 2009

Ready Steady Rock! presenta The Helio Sequence


Questa settimana parliamo del duo formato da Brandon Summers e Benjamin Weikel (ex Modest Mouse) che va sotto il nome The Helio Sequence. Il gruppo di base a Portland viene formato nel 1999 e nei successivi due anni arrivano i primi due dischi: Com Plex e Young Effectuals. in questi prime prove si sente una sorta di incrocio tra l'indie rock e la musica elettronica, dato dall'ampio uso di tastiere e sintetizzatori che con mezzi diversi, crea il muro sonoro tipico dello shoegaze dei My Bloody Valentine. Non mancano i richiami al passato con accenni psichedelici che ci ricordano i Pink Floyd.
Nel 2004 esce il loro terzo album dal titolo Love and Distance che segna un certo cambiamento nel loro stile, visto che le soluzioni elettroniche vengono usate con più cautela rispetto al passato ottenendo un effetto molto più tendente al rock. L'anno successivo, il cantante Summers è costretto ad una sosta forzata in quanto gli viene sconsigliato di continuare a cantare per un po' visto che rischia di perdere la voce; questa pausa va ad influenzare la musica degli HS che sembrano riscoprire il folk e Bob Dylan. Così quando nel 2008 esce il loro quarto lavoro dal titolo Keep Your Eyes Ahead si nota questa influenza e soprattutto una maggiore attenzione alla melodia.
The Helio Sequence hanno avuto una carriera molto complessa con continui cambiamenti di stile e svariati richiami al passato, il tutto rielaborato in modo personale e spesso regalando spunti pregevoli.
Alla prossima
Sergio.

lunedì 11 maggio 2009

I rampanti anni '80

Ancora non vogliamo lasciare il ''paradiso''. Dopo Bryan Adams e Belinda Carlisle, è la volta di un gruppo, che raggiunge l'apice del sucesso tra la metà e la fine degli anni '80. Di chi parliamo? The Cure. Dopo un inizio dall'impronta dark e dai suoni cupi (ancora oggi il gruppo è erroneamente definito dai molti goth), si ritorna ad uno stile più allegro e leggero. Ma arriviamo al 1987, anno che segna la consacrazione internazionale del gruppo, con l'uscita del doppio LP Kiss Me Kiss Me Kiss Me. Il lavoro alterna pezzi psichedelici al rock più puro, serio ed impegnato. Si ritrovano a volte sonorità tipicamente jazz e non mancano le ballate pop. Tra queste vogliamo parlare di Just Like Heaven, canzone che rimarrà indissolubilmente legata al nome The Cure. Il videoclip è stato girato nella baia di Beachy Head, tristemente conosciuta per i molti suicidi. Il Kiss Me Tour, nato dal loro settimo album, li farà entrare definitivamente nell'Olimpo musicale, tanto che varrà loro un disco di platino in America. Qualche curiosità: la copertina dell'album Kiss Me Kiss Me Kiss Me presenta un primo piano delle labbra del cantante, Robert Smith, cariche di un appariscente rossetto rosso su uno sfondo arancione. Lo stesso Smith dirà che l'immagine voleva esprimere il desiderio di ''ingoiare la gente [ ... ] piuttosto che baciarli''. Il film Se solo fosse vero (titolo originale Just Like Heaven) si ispira proprio alla canzone del gruppo. Robert Smith ha partecipato come guest star al cartone animato South Park.
Giulia.

I rampanti anni '80

Nelle puntate precedenti:

Dalla puntata del 2 Aprile.
Dopo aver parlato di Mia Martini, non poteva che esser la volta di sua sorella, la cantante Loredana Bertè. Nel 1983 canta una canzone scritta da Enrico Ruggeri, che sarà una delle prove più importanti della sua carriera: Il mare d'inverno (dall'album Jazz). Proprio quest'album vede la partecipazione di numerosi autori. Si ricordano: Fossati (produttore dell'album), il già citato Enrico Ruggeri e Djavan (autore della title track Jazz). Tornando al brano Il mare d'inverno, il successo fu tale, che oscurò tutti gli altri pezzi. Ancora oggi è considerato un classico della musica leggere italiana. Alcune curiosità sulla cantante calabrese: Andy Warhol realizzò per lei il videoclip del brano Movie. L'artista la soprannominava Pasta Queen, per la sua abilità in cucina. Nel 2001 le venne proposto un ruolo nel film Le fate ignoranti di F. Ozpetek. Asia Argento la chiama Mamma Rock, dato il profondo rapporto che lega le due dal loro incontro durante la realizzazione di una puntata del programma Milano-Roma. Nel 2004 partecipa al reality show Music Farm. Il 21 giugno 2009 prenderà parte al concerto Amiche per l'Abruzzo, iniziativa benefica ideata da Laura Pausini, in favore dei terremotati.



Dalla puntata del 9 Aprile.
La Bertè, con il suo look trasgressivo e fuori dagli schemi, ha prestato la voce ad interpetazioni intense, le quali mettono a nudo la sua anima con testi pieni di rancore e spesso malinconici, ma toniamo ad occuparci della scena internazionale. Lo facciamo parlando di un'artista, che come la Bertè ha saputo arricchire la musica, servendosi delle sue esperienze e del suo background: Tina Turner (Anna Mae Bullock). Il brano che vi presentiamo è tratto dall'album Private Dancer del 1984 ed è una delle canzoni più popolari della Turner: What's love got to do with it. Il singolo raggiunse la vetta di diverse classifiche internazionali e servì a rilanciare l'artista, che per oltre 15 anni non aveva più raggiunto posizioni di prestigio. Il videoclip fu diretto da Mark Robinson. In questo si alternano sequenze in cui la cantante cammina per una strada in città ad altre in cui interpreta il brano davanti alla telecamera. Tra i riconoscimenti che ottenne la traccia, ricordiamo i tre Grammy Awards ed un MTV Video Music Award proprio per il miglior video femminile. Qualche curiosità: nel 1986 riceve una stella nella Hollywood Walk of Fame. Innumerevoli sono le collaborazioni con mostri sacri della musica (Bryan Adams, Rod Stewart, Elton John, David Bowie, Eric Clapton e Mark Knopfler). Tra le collaborazioni con artisti italiani, ricordiamo quella con Eros Ramazzotti in Le cose della vita e nel 2006 la vediamo al fianco di Elisa in Teach me again. La canzone la ritroviamo alla posizione 309 della classifica delle 500 canzoni più grandi della storia. Nel 1993 il titolo del pezzo fu usato anche per il film biografico Tina-What's love got to do with it, diretto da Brian Gibson. Il videoclip fu diretto da Mark Robinson. Tra i riconoscimenti che ottenne la traccia, ricordiamo i tre Grammy Awards ed un MTV Video Music Award proprio per il miglior video femminile. Qualche curiosità: nel 1986 riceve una stella nella Hollywood Walk of Fame. Innumerevoli sono le collaborazioni con mostri sacri della musica (Bryan Adams, Rod Stewart, Elton John, David Bowie, Eric Clapton e Mark Knopfler). Tra le collaborazioni con artisti italiani, ricordiamo quella con Eros Ramazzotti in Le cose della vita e nel 2006 la vediamo al fianco di Elisa in Teach me again.

http://www.youtube.com/watch?v=ElK1ONq6jsA

Dalla puntata del 16 Aprile.
Dalla versione un po' selvaggia e carnale dell'amore propostaci da Tina Turner, si passa a quella più delicata e romantica di un cantautore, chitarrista e fotografo canadese (c'è qualcosa che non sappia fare?), che ha anche collaborato con la stessa Turner in It's only Love. Bryan Adams debutta proprio nel 1980, ma la perla di cui vogliamo parlare a proposito degli anni '80 è Heaven, dall'album Reckless del 1984. Il video del brano, diretto dal regista Steve Barron, è girato a Londra e vede il cantante esibirsi in un teatro vuoto con alle spalle degli schermi in cui si vede suonare il suo gruppo. Heaven diviene uno dei suoi maggiori successi, sebbene non raggiunga certo i risultati del record ancora imbattuto di (Everything I do) I do it for you, che resta in testa alle classifiche per ben sedici settimane consecutive. Qualche curiosità: Le canzoni di Bryan Adams sono state usate come colonne sonore di circa quarantadue film di cui uno gli vale anche la nomination agli Oscar. Collabora con Motley Crue, Belinda Carlisle ed altri ancora. Lavora per alcune famose riviste internazionali come fotografo ed ha anche pubblicato un libro fotografico dal titolo American Women (sono ritratte Hillary Clinton, G. Paltrow, Jennifer Aniston e Cindy Crawford). Come se non bastasse ha anche fotografato la regina Elisabetta II.



Dalla puntata del 23 Aprile.
Gli anni '80 ci riportano in ''Paradiso'', ma questa volta non più accompagnati dalla voce di Bryan Adams. Parliamo della leader delle Go-Go's, Belinda Carlisle, e del suo più grande successo in assoluto come solista: Heaven is a place on Earth (contenuto nel long playing vincitore di numerosi dischi di platino). Il 1987 segna la svolta della cantante. Da un caschetto biondo in perfetto stile ''California Girl'' passa ad una lunga chioma rosso mogano, ma i cambiamenti non riguardano solo il look. Anche lo stile musicale da pop soul diviene pop rock tipicamente anni '80. Heaven is a place on Earth è proprio la dimostrazione di questa maturazione musicale. Il successo deriva in parte anche dal videoclip, diretto dall'attrice premio Oscar Diane Keaton. Qualche curiosità: Bryan Adams ha realizzato i cori per una delle canzoni dell'album Runaway Horses, ma non da meno sono le collaborazioni con Brian Wilson (Beach Boys), George Harrison ( The Beatles) ed il primo chitarrista dei Duran Duran.
Giulia.

mercoledì 29 aprile 2009

Ready Steady Rock! 2 in 1


Appuntamento doppio con la rubrica musicale per recuperare ciò che era rimasto indietro. Si comincia con Alamo Race Track, band di Amsterdam nata nel 2002 dalle ceneri dei Redivider; a settembre del 2003 esce il loro primo disco dal titolo Birds at Home che li porta ad un discreto successo commerciale in patria, UK e Stati Uniti, ma sopratutto in Francia dove gli Alamo contano il maggior numero di sostenitori. Nel 2006 esce il loro secondo, e per ora ultimo, disco dal titolo Black Cat John Brown, che ha avuto un inaspettato successo di vendite grazie ad un video girato dalla band e caricato su YouTube. Il loro stile è un incrocio tra le melodie degli anni '60, i Radiohead e l'indie rock degli Strokes.


Lasciata l'Olanda, ci trasferiamo negli USA con gli All the Saints, terzetto nato in Alabama nel 2004 quando decidono di trasferirsi ad Atlanta. Dopo una serie di concerti nei club cittadini , riescono ad ottenere un contratto che li porta in studio nel 2007; l'anno successivo esce il loro album dal titolo Fire on Corridor X. Il loro stile si contraddistingue per le chitarre distorte che creano un muro sonoro che ricordo i bei tempi dello shoegaze con band come Jesus and Mary Chain o i più recenti BRMC.

martedì 7 aprile 2009

Abruzzo

Leggendo qua e là sulle bacheche degli amici dello Shout o tra i vari gruppi nati per sostenere le vittime del terremoto si incontrano proposte ''singolari''. Qualcuno dice di devolvere il montepremi del superenalotto, altri di tagliare lo stipendio dei politici e c'è anche chi vorrebbe la chiusura di tutti i reality e l'utilizzo dei premi finali per le ricostruzioni e gli aiuti in Abruzzo. Ci riempiamo la bocca di consigli da dare agli altri. Pretendiamo di decidere cosa dovrebbero fare con i loro soldi. Ma quanto stiamo effettivamente facendo noi, nel nostro piccolo? Consapevoli di non poter fare donazioni di miliardi di €, proviamo ad impegnarci per quel che possiamo. A questo proposito, lanciamo un'iniziativa (perchè forse anche noi vogliamo dirvi come spendere il vostro stipendio?). Domenica sarà Pasqua ed in quasi tutte le famiglie verrano comprate uova di cioccolata. L'idea è semplice: donare la cifra che spendereste per la cioccolata.

Abruzzo: 06 aprile 2009

Sono le 3:32 del mattino e la terra trema in tutto il Centro Italia. L'Abruzzo diventa un cumulo di macerie: oltre 150 vittime, 250 scomparsi e 75 mila sfollati. Una scossa di 5,8 gradi Richter mette in ginocchio la popolazione dell'Aquila e dei paesi limitrofi. L'emergenza continua e noi dello Shout vogliamo dar voce a tutti coloro i quali volessero intervenire, tramite facebook dove troverete un gruppo creato appositamente per voi (http://www.facebook.com/group.php?gid=74612211709#/group.php?gid=74612211709&ref=mf) o via sms al numero 348 4907285.
Lo SHOUT ti dà voce.
Lo Staff.

giovedì 2 aprile 2009

Ready Steady Rock! presenta Sunshine Underground


Questa settimana andiamo a Leeds e facciamo in giro in pista da ballo con The Sunshine Underground: già dal nome si capisce la matrice di ispirazione dance, infatti è ispirato al titolo di una canzone dei Chemical Brothers. I 4 ragazzi che fanno parte dei Sunshine Underground si conoscono all'università e decidono appunto di formare la band intorno al 2004. Dopo un periodo di concerti che li fa notare, nel 2006 esce la loro prima opera dal titolo Raise the Alarm che raggiunge un dignitoso successo di vendite in Gran Bretagna.
Il richiamo a livello musicale va subito ai Klaxons e The Rapture in quelle sonorità ribattezzate new rave; i ritmi sono ballabili e la voce del cantante sembra a tratti quella di un dj che incita la folla. Dopo i primi singoli che hanno preceduto il disco che hanno entusiasmato i più, ci si sarebbe aspettato un lavoro di livello superiore, ma alcuni pezzi deludono lasciando un po' l'amaro in bocca.
The Sunshine Underground si sono fatti sentire di recente con un singolo e si attende che esca il loro prossimo disco, sul quale non ci sono informazioni precise a riguardo.
Sergio

lunedì 30 marzo 2009

I rampanti anni '80

La donna cannone di De Gregori prende il volo per inseguire il suo grande amore. Una fuga che si risolverà nella morte, rappresentata allegoricamente dal cielo ''nero nero''. Mia Martini, una delle voci più intense della musica italiana, incarna l'immagine della donna, che pur di sfuggire ai pregiudizi, sceglie la morte. La cantante (vero nome Domenica Bertè) inizia la sua carriera nel 1963. Questa ed ancor più la sua esistenza furono profondamente segnate dalle maldicenze di alcuni personaggi dello spettacolo, che la emarginarono e la costrinsero ad un ritiro dalle scene verso la metà degli anni '80. Ma la sua timbrica un po' roca a vocazione blues la riporta alla ribalta, nel 1989, con il brano Almeno tu nell'universo. In realtà, il pezzo prende vita nel 1972 e più precisamente nella stessa settimana, in cui viene scritta anche Piccolo uomo (interpretata anch'essa dall'artista calabrese), ma viene accantonato. Sarà rispolverato proprio nel 1989, in occasione del Festival di Sanremo. La canzone vuole essere una lettera d'amore, indirizzata ad un destinatario non specificato, ma evidenzia alcuni degli aspetti negativi della società contemporanea: l'ipocrisia, l'incoerenza e se vogliamo anche la fragilità, che porta la gente a seguire ciecamente le mode, a cambiare improvvisamente idea tra odio ed amore, verità e bugie. Il solo a distinguersi dalla massa sarebbe proprio il destinatario, che si presenta come un punto di riferimento, l'unico nell'universo, il migliore. La canzone, scritta da B. Lauzi e M. Fabrizio, fu proposta inizialmente a Mietta, la quale rifiutò per permettere il grande ritorno di Mia Martini sulle scene. Nel 1995, pochi mesi dopo la scomparsa per un arresto cardiaco legato al consumo di stupefacenti, Mina ha reso omaggio alla cantante con una cover di Almeno tu nell'universo, riportata nuovamente al successo nel 2003 dalla cantautrice Elisa. Proprio quest'ultima cover è la colonna sonora del film Ricordati di me di Gabriele Muccino.
Nelle ultime settimane, abbiamo rincorso l'amore, combattuto i pregiudizi e la mediocrità, attraverso la voce o il racconto di una donna. Abbiamo cercato un punto di riferimento stabile, un centro di gravità permanente, un sole. Dove ci porteranno gli anni '80 la prossima volta? Scopritelo allo Shout.
Giulia.


lunedì 23 marzo 2009

Ready Steady Rock! presenta Wolf Parade


Questa volta il gruppo in questione è quello dei canadesi Wolf Parade, che nasce a Montreal nel 2003 quando a Spencer Krug, ex Frog Eyes, viene offerto un concerto di apertura per i concittadini Arcade Fire. Krug decide così mettere su un gruppo in tre settimane, un trio che prova solo il giorno di prima di quel concerto. Mentre il gruppo si allarga a 5 elementi, nel 2005 arriva il contratto discografico e in quella stessa estate esce il primo disco Apologies to the Mary Queen che viene prodotto da Dan Brock, cantante dei Modest Mouse, risultando in una grande influenza in questo disco d'esordio dallo stile assolutamente vario, dove si alternano canzoni abbastanza movimentante in stile Pixies ai toni più cupi tipici della new wave anni '80. Questo primo lavoro viene visto come la rivelazione dell'anno e uno dei migliori dischi in assoluto nel settore.
Dopo essersi dedicati a diversi progetti in contemporanea, i Wolf Parade tornano nel 2008 con At the Mount Zoomer: un disco molto più focalizzato e uniforme, con le tastiere a farla da padrona; la lunga pausa tra un disco e l'altro, è stata voluta dal gruppo proprio per cercare di fare qualcosa che si differenzi dall'esordio in maniera sostanziale. Un lavoro sicuramente più pensato meglio e più completo, ma forse proprio per questo manca della genialità del primo.
Ora aspettiamo con trepidazione i WP con un nuovo lavoro.
Sergio.

domenica 22 marzo 2009

Politically Incorrect

Ci stanno provando tutti qui in Italia. Statisti, ministri, sindaci, presidenti, imprenditori, medici e operai. Tutti con la loro ricetta per risolvere la crisi; mirabolanti teorie , prese di posizioni e soluzioni che invadono i giornali, le Tv, le radio e anche i blog più o meno importanti.Menomale. Davvero: menomale! Perchè tutti sanno che la crisi non è un fenomeno nazionale e nientemeno europeo, ma investe (e lo farà per un bel po') quasi la totalità del globo; questo perchè il baricentro dell'impero occidentale non si trova a Roma e neanche ad Arcore, bensì ovviamente dall'altra parte dell'oceano: negli Sati Uniti d'America. In realtà dovrebbero essere loro a riorganizzare quella che è la politica economica, e a trovare le soluzioni giuste ed adatte per far riprendere l'economia mondiale. Ed invece eccoli i nostri politici, tutti schierati sul piede di guerra l'uno contro l'altro, a dire la loro su questa crisi, come se realmente potessero attraverso i loro discorsi o le loro manovre risolvere tutti i nostri problemi. Ma comunque meglio loro che gli americani, e allora eccole le teorie più accreditate, che i politici italiano usano demagocicamente per raccogliere più consensi possibili dai vari strati della nostra società:

Teoria "Robin Hood"
Il partigiano democristiano (quasi ossimoro) Franceschini propone di tassare ulteriormente i ricchi ed usare i loro soldi per aiutare i poveri. Ottima tesi, così i ricchi investiranno di meno ed avranno meno soldi con cui pagare i poveri, e così i ricchi saranno sempre meno ricchi ed avremo sempre più poveri e nessun ricco che potrà pagarli. Capito? No? Allora siete in due: Tu e Franceschini.

Teoria "Mundell"
Berlusconi risponde a Franceschini dicendo che i ricchi non si toccano. Non li toccò neanche Ronald Reagan che grazie al lucidissimo consiglio dell'economista Mundell risolse la crisi di fine anni '80 aiutando i ricchi che investirono di più nelle loro imprese, così facendo si creò una super offerta di prodotti, e questi grazie agli imprenditori che pagavano gli operai venivano acquistati da quest'ultimi. Teoria eccellente; c'è però chi ravvede in questa soluzione la madre della crisi odierna. Perchè furono immesse nel mercato le cose più disparate e superflue creando quindi una domanda ed un'offerta praticamente in settori e prodotti del tutto inutili.

Teoria "Tremonti"
Rafforzare gli ammortizzatori sociali. Ecco la soluzione ultima prospettata dal Ministro dell'economia. Praticamente dare soldi ai cassa integrati, ai disoccupati, a coloro che hanno perso il posto di lavoro. Tra tutte le teorie questa è la peggiore in assoluto. Pagare chi non fa niente senza aiutarlo per essere reintegrato nel mercato farà si che l'offerta insieme alla domanda diminuiranno drasticamente; in parole povere, quelli senza lavoro non riusciranno a rientrare in un mercato che se non viene aiutato farà naturalmente a meno di loro.

Se l'Italia è malata, e la Crisi economica è il morbo da cui è affetta, queste tre super tesi di certo non l'aiuteranno a guarire; ma per fortuna i nostri dottori non parlano l'italiano, altrimenti dovremmo aggiungere una quarta teoria, quella del "testamento biologico", nome mai tanto attuale e che forse per l'unica volta metterebbe d'accordo paradossalmente tutti gli italiani.

John "Memmo" Titor

venerdì 20 marzo 2009

I rampanti anni '80

Si torna al rock in stile Bob Dylan e Leonard Cohen, sebbene non manchino le sonorità melodiche e della musica popolare, con un grande cantautore italiano. Definito addirittura il ''Principe'', parliamo di Francesco De Gregori e lo facciamo proponendo uno dei brani più famosi nella storia della musica italiana: La donna cannone (tratto dall'omonimo album del 1983). Il cantautore romano si rivela un poeta a tutti gli effetti. I suoi testi presentano un ampio uso della metafora e l'interpretazione non è sempre del tutto immediata. Ma proprio la sua vena ermetica a tratti incomprensibile farà la differenza. Non mancano riferimenti all'attualità ed alla storia. Del resto, De Gregori viene considerato un'artista ''impegnato'' sul piano sociale e politico. Ma torniamo alla scelta del brano. La donna cannone si ispira ad un articolo di cronaca, che racconta la crisi di un circo, ormai orfano della sua più grande attrazione, fuggita via per inseguire il suo grande amore. L'artista si serve di una ballata pianistica, per raccontare questa storia d'amore. E' la stessa donna cannone a prendere la parola. Ci parla in prima persona. Si spoglia delle sue vesti circensi. Si libera dallo stereotipo di ''fenomeno da baraccone'' e vola via, al di là del tendone azzurro del circo. Insegue il suo smisurato desiderio d'amore, la voglia di vivere una vita normale, non più segnata dalla diversità e dall'emarginazione. Non avrà più paura di non esser bella. Si riscatterà, facendo brillare il suo nome ''in faccia ai maligni ed ai superbi''. De Gregori più che una canzone, dipinge con le parole un quadro. L'azzurro, l'oro e l'argento richiamano i costumi appariscenti degli acrobati e tingono quel mondo effimero ed illusorio, che si contrappone con forza al cielo nero, che attende il volo più rischioso e vertiginoso di questa donna. Si sentono in lontananza gli applausi di un pubblico ''pagante'', che vive delle emozioni e sofferenze altrui. Ma l'essere umano, che prende coscienza della propria condizione e che lotta per la sua affermazione e riscatto sociale, smette di darsi in pasto alla folla e ''butta'' il suo enorme cuore tra le stelle. Si ripromette intimamente di farlo. Il mistero vola via pronto a vivere la sua vita consapevolmente ''in carne ed ossa'', senza più tornare nel buio alienante di una prigione.
Molteplici sono i richiami filosofico-letterari, che questo testo propone, ma lasciamo alla sensibilità o all'immaginazione dell'ascoltatore la possibilità di interpretare a suo modo le parole. Non mancate al prossimo appuntamento dello Shout con gli anni '80.
Giulia.


mercoledì 18 marzo 2009

I rampanti anni '80

Vasco Rossi ci ha fatto assaporare un po' del rock anni '80, quello trasgressivo e provocatorio, ma lo Shout non si accontenta e va ad esplorare un mondo musicale ricco di contaminazioni. Si spazia dal rock trasgressivo alla musica etnica, musica leggera ed avanguardia colta e talvolta si arriva all'opera lirica. Parliamo di uno dei più grandi cantautori italiani: Franco Battiato, personalità fra le più eclettiche. Nel 1981, esce l'album La voce del padrone, che scala velocemente le classifiche e supera il milione di copie vendute, rimanendo al primo posto per diciotto settimane. Alcuni critici sostengono che il successo commerciale sia stato voluto e cercato dall'artista a tal punto da utilizzare le sue doti musicali per realizzare un disco ad hoc, che conquistasse il grande pubblico. Proprio da questo album abbiamo scelto il brano Centro di gravità permanente, uno dei tanti entrati a pieno diritto nella storia della musica italiana e non solo, insieme a Cuccurucucu e Bandiera bianca (facenti parte dello stesso disco), Voglio vederti danzare, Radio Varsavia e molti altri ancora. Nella musica di Battiato si ritrova una profonda e costante ricerca di spiritualità, riscontrabile anche nei testi, nei quali si riflettono i suoi interessi per l'esoterismo, la filosofia e la meditazione orientale. Qualche curiosità: Battiato è un sostenitore del vegetarismo e la canzone Sarcofagia testimonia proprio una forte presa di posizione a favore di questa ''filosofia'' e delle sue ragioni etiche. Nel 1990, si cimenta nella pittura, firmando le sue opere con lo pseudonimo Suphan Barzani. Dall'inizio della sua carriera, si è servito di diversi pseudonimi anche in ambito musicale. A lui è stato dedicato un asteroide e più precisamente il 18555 Battiato, scoperto nel 1997. Nella canzone Bandiera Bianca dell'album La voce del Padrone (di cui abbiamo già parlato brevemente), viene mossa una critica ad Alan Sorrenti ed al suo passaggio dalla ricerca musicale sperimentale ad un genere più commerciale (viene preso come esempio il brano Figli delle Stelle). Battiato a questo proposito inserisce nel testo della canzone la seguente frase: ''Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro''. Caso vuole che lo stesso artista siciliano verrà poi tacciato dalla critica e non solo di essersi ''venduto'' al grande pubblico.
''Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente'' ... Lasciate che lo Shout sia il vostro centro di gravità permanente. Gli anni '80 vi aspettano come sempre con il prossimo brano.
Giulia.

martedì 10 marzo 2009

I rampanti anni '80

Quale voce maschile può meglio rappresentare il rock anni '80 in Italia, se non quella del provoca(u)tore Vasco Rossi? Il suo primo 45 giri è del 1977, ma raggiunge l'apice del successo con la partecipazione al Festival di Sanremo, che comporterà un cambiamento radicale della sua carriera. Il festival non appartiene certo all'orizzonte artistico del rocker, ma è comunque una buona occasione per mostrarsi, sebbene i fan non la pensino allo stesso modo.
Ma veniamo al brano di cui vogliamo parlare. Nel 1983, Vasco si ripresenta sul palco dell'Ariston con la canzone Vita Spericolata, la quale diventerà uno dei classici della musica italiana e schizza al sesto posto nella classifica dei 45 giri. Entra in finale, ma sarà penultima nella graduatoria del Festival. Vasco è ormai un idolo,va al massimo e conduce a tutti gli effetti la vita spericolata di cui parla nella sua canzone, ma allo stesso tempo diventa farmaco-dipendente e più volte ha a che fare con la giustizia per possesso di cocaina. Tuttavia ciò non impedisce al rocker tosco-emiliano di continuare la sua carriera sull'onda del successo e va detto che Blasco (chiamato così dai fan) è ancora il protagonista indiscusso della scena musicale italiana.
Qualche curiosità come sempre: a 13 anni vince l'Usignolo d'oro, una manifestazione canora, nata per contrastare quella più conosciuta dello Zecchino d'oro. Vive una relazione sentimentale molto tormentata con una convinta femminista, che lo porterà ad avere posizioni sempre più maschiliste. Nella canzone Gioca con me, alle chitarre troviamo Slash, storico chitarrista dei Guns 'N Roses. Nel 2008, è stato nominato cittadino onorario della città di Genova. Ottiene anche una laurea ''honoris causa'' in Scienze della Comunicazione, nel 2005, dallo Iulm di Milano. Il brano Vita Spericolata lo ritroviamo anche nel film Acqua e Sapone del 1983, per la regia di Carlo Verdone. La colonna sonora verrà curata dagli Stadio e da Vasco, il quale collaborerà alla stesura del testo di Acqua e sapone, canzone di chiusura del film.
Concludiamo questa breve presentazione di Vasco Rossi come stella nascente degli anni '80 proprio riportando un frammento del suo discorso di laurea: ''La musica è una grande forma di comunicazione. Se poi ci aggiungi le parole puoi facilmente arrivare al cuore. Ma le parole devono essere poche e perfette. Oneste e sincere. Secondo me le minime indispensabili.'' Lo Shout vi rinnova l'appuntamento con gli 80's al prossimo giovedì.
Giulia.


Ready Steady Rock! presenta The Rascals


Questa settimana il nostro viaggio musicale ci porta nella cara terra di Albione, per la precisione a Liverpool (anche se i Beatles non c'entrano niente) per conoscere The Rascals. Gruppo di recentissima formazione, nasce nel 2007 da tre elementi che avevano in precedenza fatto parte dei Little Flames.
Ovviamente The Rascals hanno pubblicato finora un solo disco dal titolo Rascalize che è uscito nell'estate del 2008: influenze soprattutto dal pop colto degli anni '60 (Bacharach, Gainsbourg, ecc.), ma colpisce soprattutto l'abilità di miscelare chitarre e melodie in tipico stile indie con impennate che sembrano ricordarci il surf e il prog rock. Ai più attenti non sfuggirà la somiglianza con The Last Shadow Puppets (gruppo del quale abbiamo parlato tempo fa); infatti il cantante Miles Kane è colui che insieme ad Alex Turner degli Arctic Monkeys dà vita a questo brillante sodalizio. Ed è proprio con l'intervento di Turner che Kane sembra dare il meglio di sé, benché i risultati ottenuti con The Rascals sono più che apprezzabili e meritano senza dubbio più di un ascolto. Come sempre, li aspettiamo con la prossima uscita.
Sergio

mercoledì 4 marzo 2009

Ready Steady Rock! presenta QOTSA


Questa settimana ci occupiamo dei Queens of the Stone Age, che nascono nel 1996 A Palme Desert in California dalle cenere dei Kyuss, gruppo che si scioglie dopo ben 5 album. Josh Homme va a formare i QOTSA insieme Hernandez (altro elemento del precedente gruppo), pubblicando nel 1998 il primo disco omonimo: Homme suona in pratica tutti gli strumenti, tranne la batteria. A distanza di due anni esce il secondo album dal titolo Rated R, che vede l'ingresso nella band di un altro elemento dei Kyuss, il bassista Nick Oliveri: e proprio grazie a lui sembra che le ottime premesse del primo album comincino a prendere corpo; ma il meglio arriva con il loro terzo album che esce nel 2002, Songs for the Deaf, il quale viene generalmente considerato il loro capolavoro: qui si aggiunge Mark Lanegan, ex Screaming Trees, e alla batteria c'è Dave Grohl, cantante dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana: a detta di tutti, non si è mai esibito in maniera così convincente con questo strumento (con buona pace dei fan del gruppo di Seattle). L'album non solo si rivela perfettamente riuscito a livello qualitativo, ma grazie alla particolare attenzione alle linee melodiche riesce a diventare un ottimo successo commerciale.
Quando tutto sembra andare per il meglio, cominciano i problemi: Oliveri viene allontanato dalla band, Grohl torna ai Foo Fighters e Homme sembra concentrato più su altri progetti. Nel 2005 i QOTSA tornano con il loro quarto lavoro dal titolo Lullabies to Paralyze: un disco che si concentra molto di più sulla ricerca di toni tranquilli, anche per aperta volontà di Homme che non vuole ripetere ciò che ci aveva fatto sentire nel precedente lavoro. E proprio il suo illustre predecessore è il problema di questo disco, il quale viene schiacciato dalla presenza ingombrante di quello che viene considerato uno dei dischi migliori degli ultimi 10 anni, sebbene il disco in sé non demeriti affatto. Nel 2007 esce la quinta e ultima opera Era Vulgaris: ottimo lavoro anche qui, ma sembra ormai i QOTSA si limitino a svolgere il compitino, perché nonostante questo disco abbia il suo indubbio valore, sappiamo che la band californiana può fare di meglio.
Ciò che contraddistingue i QOTSA è la secchezza dei riff di chitarra tipici del desert rock; i loro dischi sembrano dei viaggi nei quali ci si lascia trasportare dalle loro chitarre sferraglianti o dalle ballate più tranquille e coinvolgenti. Uno dei gruppi migliori in circolazione, non lasciateveli scappare.
Alla prossima
Sergio.

venerdì 27 febbraio 2009

I rampanti anni '80

Le ultime settimane hanno visto protagoniste della rubrica anni '80 alcune tra le più note voci femminili. Abbiamo parlato di italo-disco e di pop ed ora non possiamo far altro che parlare di rock.
Nel 1984, esce in Italia il sesto disco, nonchè la consacrazione, di una giovane cantautrice toscana. Di chi stiamo parlando? Ovviamente, di Gianna Nannini e del suo album Puzzle, il quale resiste per ben sei mesi fra i primi dieci album più venduti della hit-parade. Ma come se non bastasse, il disco conquista anche i primi posti delle chart in Germania, Austria e Svizzera. Fotoromanza è il brano trainante e di grande presa presso il pubblico televisivo e radiofonico. Si parla di grandi amori soffocanti come camere a gas o scioccanti come finte sul ring. Una miscela di melodia, hard rock ed elettronica, che ha portato la critica ad accusare la cantante di una sorta di tradimento delle sue origini rock, per la banalità e commercialità del pezzo. Ad aiutare l'ascesa ed il successo gioca un ruolo importante anche il videoclip, che vede la regia di un mostro del cinema italiano, Michelangelo Antonioni, il quale riproduce con precisione le immagini descritte nei versi della canzone. Il brano porterà la Nannini alla vittoria del Festivalbar, di Vota la voce e di un Telegatto d'oro (per il miglior testo dell'anno).
Se la sera non esci, ti prepari un panino mentre senti lo Shout anche tu? ... Questo amore è una camera a gas, è un palazzo che brucia in città, questo amore è una lama sottile, è una scena al rallentatore ... Gli anni '80 vi aspettano come sempre sulle frequenze dello Shout!
Giulia.


domenica 22 febbraio 2009

Voglia di pioggia

Nella mia ora di libertà


Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria. – Per forza, disse. – Dopo di che, parlando del sole, potrebbe già concludere che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile, e ad essere [c] causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano. – È chiaro, rispose, che con simili esperienze concluderà cosí. – E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietà per loro? (...) Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora, e ai primi riservati a chi fosse piú acuto nell’osservare gli oggetti che passavano e piú [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme, indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza? (...) Rifletti ora anche su quest’altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all’improvviso dal sole? – Sí, certo, rispose. – E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l’abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l’ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? – Certamente, rispose. (Platone - La Repubblica, Libro VII: Il mito della caverna).


A questo punto il racconto di "Storia di un impiegato" ci accompagna al suo rossore conclusivo degno di un tramonto, che se da un lato "spinge il sole al suicidio dietro i monti", dall’altro indica un nuovo sorgere che verrà, una nuova consapevolezza, la nascita di un pensiero nuovo. Una volta avviatosi verso il parlamento sulla via della realtà e non più del sogno, come abbiamo sentito nel Bombarolo, all’estasi e al riso di attesa dell’esplosione che doveva provare il suo talento, segue il fallimento, il pianto, un torrente di parole. La sua bomba rotola verso un chiosco di giornali. Fallisce il suo atto individualistico e pirotecnico. Viene arrestato, scrive dal carcere una struggente e malinconica lettera alla sua compagna ("Verranno a chiederti del nostro amore"), e proprio qui nel carcere matura la sua crescita. Qui, dove "tutti sono vestiti uguali", percepisce una dimensione che gli era lontana e preclusa prima, la collettività, la vita insieme. All’esito narrativo naturalmente si affianca un esito semantico, significativo. Il nostro impiegato capisce che se un modo c’è per lottare contro le ingiustizie sociali, le disuguaglianze, le ipocrisie del potere, questo passa dalla collettività sociale. La lotta si combatte insieme, l’individualismo fallisce e assume le sembianze di una personale sete di potere.
La canzone "Nella mia ora di libertà" disegna la fase finale del percorso di consapevolezza dell’impiegato. Si parte ancora dall'idea di una separazione sociale. La società borghese ha condannato il bombarolo, autocondannandosi tuttavia ad agire come marionetta del potere. Nei confronti della società, la posizione del condannato è ancora però quella delle ragioni del giusto e del torto: l’impiegato ancora indugia nella sua radicale chiusura, in tal senso, potremmo dire, è ancora bombarolo, non rinuncia al suo individualismo, alla sua opposizione solitaria e disperata, che lo porta a non voler condividere nemmeno l’aria con i secondini, strumenti dell’odiato potere. La premessa di aggancio al bombarolo, a questo punto, si sviluppa nel senso, prima accennato, di riscoperta della collettività.
Soltanto sperimentando la “ginnastica dell'obbedienza”, emergendo fino a toccare il linguaggio del potere e quindi distaccandosene razionalmente, una volta compreso che “non esistono poteri buoni”, che non è possibile di sapere "qual'è il crimine giusto per non passare per criminali", cioé che non é possibile rispondere alla ragione individualistica del potere con lo stesso linguaggio e che forse le ragioni umane vanno oltre l'aprioristico decreto della giustezza, una volta compreso che non ci sono soluzioni al problema se non la consapevolezza della relatività etica, che corrisponde alle ragioni dei singoli individui, é possibile rientrare nella collettività da individuo e raccogliere i frammenti sparsi del mosaico delle ragioni individuali, giungendo ad una forma alta di compassione egalitaria, che sposta su un piano altro il problema individualistico ma gerarchico del potere. Il tutto può essere illustrato seguendo il percorso della comprensione, che alfine si realizza. L’impiegato, dapprima bombarolo, vive e soffre nella incomprensione: incomprensione degli altri, che tende a qualificare come altri da sé, inaccessibili ed inavvicinabili, ignavi burattini nel terrore o carcerieri nella prigione della convenzione e della condanna borghese; incomprensione di se stesso, crisi di ruolo e prospettiva che condanna alla solitudine e all’empito (anzitutto) autodistruttivo; incomprensione da parte di una società abituata a rifugiarsi nell’etichettamento come superficiale scorciatoia di valutazione, nella consolazione del facile giudizio di valore che discrimina buono e cattivo (“tante le grinte, le ghigne, i musi”), a seconda del livello di integrazione dell’individuo nella costruzione di sistema, indipendentemente dai suoi valori, dai suoi bisogni (“ci hanno insegnato la meraviglia/verso la gente che ruba il pane”), sprezzante finanche dei suoi affetti, come nella scena dell’amata la quale “si suggerisce” “quel che dirà di me alla gente” che, armata di incrollabile pregiudizio, le chiederà conto del fattaccio. È l’ultimo stadio di una (in)coscienza sociale decrepita, fuorviata dalla costrizione, modellata dalla convenzione, condannata per questo all’incomprensione dis-umana.
Il passaggio decisivo, l’illuminazione che consente di affrancarsi dalla trappola di un individualismo sterile che è soprattutto difesa di se stessi dinanzi all’ignoto insensato, è la compassione. La condivisione del dolore degli ultimi e il transito nella sofferenza dei dimenticati, tante volte raccontati e cantati da FDA, rappresentano il luogo in cui l’afflato umanitario si veste di contenuto e consapevolezza più propriamente politici. In questo insegnamento finale si completa il passaggio dall’individuo alla stretta collettività, contrapposta alla fittizia società degli individui etero-diretti, contrapposta anzitutto perché si fonda, come detto, sulla comprensione del dolore. Ed è questo il momento in cui nel testo l'IO narrante lascia il posto al NOI. In definitiva, potremmo dire, non è possibile affrancarsi dal sistema-potere se si tenta di combatterlo dall'interno e con uguali mezzi. Occorre creare un sistema alternativo. La costruzione del potere crolla su se stessa nel momento in cui si riparte dal basso, dalle istanze degli ultimi, che individualmente si riuniscono in una ragione collettiva.
La conclusione é ambivalente: da un lato la speranza nella possibità di un rinnovamento sociale; dall'altro la consapevolezza che questo processo é lento e sofferto e che la lotta al potere costringe tutti a rientrare tra le sbarre della prigione, dove si forma la ragione collettiva. De Andrè si rivolge infatti alla fine alla società tutta ed indica in questo l'unico strumento di educazione sociale. In particolare si rivolge agli "ignavi" borghesi che per quanto si decretano assolti, sono ugualmente responsabili della perpetuazione delle ragioni del potere . La chiosa é la redenzione al rovescio. I secondini sono trascinati in prigione perchè nell'ignavia anche loro coinvolti. Compresa la condizione di generale prigionia, è proprio dalla prigione che maturano i germi della ragione collettiva ed é per questo che sono i borghesi principalmente i destinatari del messaggio di una educazione sociale di stampo egalitario, in quanto più profondamente individualisti.
Dice Fabrizio De andre: “la conclusione della storia non era amara anzi positiva . E riguarda me, nel senso che io non credo più all’individualismo, ma spero solo nel collettivismo”. Aggiunge ironicamente: “no, non mi sono iscritto a nessun partito,per me il discorso collettivo abbraccia sei, sette persone al massimo”.


Peppe H., Peppe D., Danilo


venerdì 20 febbraio 2009

I rampanti anni '80

Le canzoni impegnate degli anni '70 lasciano il posto a brani meno politici e più irriverenti. La musica melodica continua a raccogliere consensi. Esplode il fenomeno della musica pop e si inizia a far largo uso di basi elettroniche. Come abbiamo visto, inizia anche la grande produzione di musica dance, che verrà definita italo-disco. Questa è l'Italia degli anni '80 e la sua musica. E noi è qui che restiamo, perchè le cose da scoprire sono ancora molte.
Lasciamo definitivamente alle nostre spalle la italo-disco. Continuiamo a dar voce al mondo femminile, con una cantante, che non vede certo il suo esordio in questi anni. Parliamo di Nada Malanima, meglio conosciuta come Nada. La sua carriera come cantante e cantautrice inizia nel 1969. Chi non ricorda Ma che freddo fa o Il cuore è uno zingaro? Ma noi vogliamo parlare degli anni '80.
Nel 1983, il pulcino di Gabbro, così viene definita per la giovanissima età in cui iniziò a cantare, passa alla EMI ed esce l'album Smalto. Il brano trainante è il racconto di un ... Amore Disperato, che diventa immediatamente uno dei maggiori successi, rimanendo per molte settimane ai primi posti della hit-parade. Ma tutto questo non basta e dunque arrivano anche le vittorie al Festivalbar, Azzurro e Vota la voce (dove sarà premiata come migliore cantante donna dell'anno).
Qualche curiosità: nel 1998, i Super B eseguono una cover di Amore Disperato, che avrà un discreto successo radiofonico (http://www.youtube.com/watch?v=VIeKIlN5ElA).
Ricordate la scena finale di Mio fratello è figlio unico? Il film di Daniele Lucchetti si chiude proprio tra il rumore delle onde e sulle note di Amore Disperato.

Insomma, chi non ha mai provato quella sensazione stranissima ed inspiegabile di struggente inquietudine, di trepidazione, che accompagna il desiderio di rivedere e rincontrare ''l'amore'' malinconicamente, ma serenamente disperato?
A tutti i romantici o nostalgici dello Shout. A giovedì prossimo.
Giulia.


giovedì 19 febbraio 2009

Ready Steady Rock! presenta Born Ruffians

Questa settimana la nostra rubrica musicale ci porta a Toronto, dove fare la conoscenza con i Born Ruffians, gruppo nel 2004. E proprio nella città canadese cominciano a farsi conoscere attraverso esibizioni dal vivo, ma è soprattutto grazie all'interesse suscitato tramite internet che fa loro attirare le attenzioni delle case discografiche e in particolare l'inglese Warp Records che li mette sotto contratto. Nel 2006 esce il primo EP omonimo che li porta ad avere un certo successo nelle radio canadesi; nel 2008 esce il primo disco completo dal titolo Red, Yellow & Blue: i richiami sono ai Pixies, Clap Your Hands e i Modest Mouse in particolare. La loro musica dà un senso di freschezza e semplicità, dove i pezzi sono caratterizzati dal cantato veloce (a volte poco comprensibile) e dalla musica vorticosa che si lanciano in picchi spesso volutamente irrisolti.
Buona la prima, ora aspettiamo per vedere cosa ci riservano in futuro i Born Ruffians.
A giovedì prossimo,
Sergio

mercoledì 18 febbraio 2009

I rampanti anni '80

Indossate il vostro bikini più sexy, perchè questa settimana si va in piscina a caccia di ''boys''. Con chi? Ovviamente, con la formosa Sabrina Salerno, sex symbol ed icona degli anni '80, che di certo non passa inosservata con quel suo costumino bianco in equilibrio precario. Ma andiamo con ordine. Nelle precedenti settimane, ci siamo interessati al fenomeno della italo-disco ed abbiamo voluto ricordare alcuni tra i maggiori cantanti, che hanno contribuito alla diffusione di questo genere in tutto il mondo. Ora, la italo-disco si tinge di rosa.
La cantante, showgirl ed attrice italiana, fra il 1986 ed il 1987, pubblica l'album d'esordio, ''Sabrina'', che contiene numerose cover e brani nuovi, che diventeranno grandi successi internazionali. Boys (Summertime Love) rientra proprio tra questi e conquista addirittura la terza posizione, nella classifica inglese.
Come già detto, le sue canzoni sono in puro stile italo-disco, ma sempre accompagnate da maliziosi video, che esaltano le sue forme mediterranee. Del resto, stiamo parlando di Miss Lido e Miss Liguria, non di una ragazza qualsiasi! Negli ultimi anni, ha partecipato anche lei (come Marton ed altri) a programmi radiofonici dedicati ai nostalgici degli anni '80, ma non ha smesso di cantare. Anzi, torna in scena con un doppio cd (un'antologia dei suoi sucessi e brani inediti).
Ma l'ultima apparizione in tv a quando risale? I fans più sfegatati l'avranno riconosciuta, nella casa del Grande Fratello, ancora incredibilmente sexy.
Giulia.




Dedico questo videoclip a Giugio.