Questa settimana ci occupiamo dei Queens of the Stone Age, che nascono nel 1996 A Palme Desert in California dalle cenere dei Kyuss, gruppo che si scioglie dopo ben 5 album. Josh Homme va a formare i QOTSA insieme Hernandez (altro elemento del precedente gruppo), pubblicando nel 1998 il primo disco omonimo: Homme suona in pratica tutti gli strumenti, tranne la batteria. A distanza di due anni esce il secondo album dal titolo Rated R, che vede l'ingresso nella band di un altro elemento dei Kyuss, il bassista Nick Oliveri: e proprio grazie a lui sembra che le ottime premesse del primo album comincino a prendere corpo; ma il meglio arriva con il loro terzo album che esce nel 2002, Songs for the Deaf, il quale viene generalmente considerato il loro capolavoro: qui si aggiunge Mark Lanegan, ex Screaming Trees, e alla batteria c'è Dave Grohl, cantante dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana: a detta di tutti, non si è mai esibito in maniera così convincente con questo strumento (con buona pace dei fan del gruppo di Seattle). L'album non solo si rivela perfettamente riuscito a livello qualitativo, ma grazie alla particolare attenzione alle linee melodiche riesce a diventare un ottimo successo commerciale.
Quando tutto sembra andare per il meglio, cominciano i problemi: Oliveri viene allontanato dalla band, Grohl torna ai Foo Fighters e Homme sembra concentrato più su altri progetti. Nel 2005 i QOTSA tornano con il loro quarto lavoro dal titolo Lullabies to Paralyze: un disco che si concentra molto di più sulla ricerca di toni tranquilli, anche per aperta volontà di Homme che non vuole ripetere ciò che ci aveva fatto sentire nel precedente lavoro. E proprio il suo illustre predecessore è il problema di questo disco, il quale viene schiacciato dalla presenza ingombrante di quello che viene considerato uno dei dischi migliori degli ultimi 10 anni, sebbene il disco in sé non demeriti affatto. Nel 2007 esce la quinta e ultima opera Era Vulgaris: ottimo lavoro anche qui, ma sembra ormai i QOTSA si limitino a svolgere il compitino, perché nonostante questo disco abbia il suo indubbio valore, sappiamo che la band californiana può fare di meglio.
Ciò che contraddistingue i QOTSA è la secchezza dei riff di chitarra tipici del desert rock; i loro dischi sembrano dei viaggi nei quali ci si lascia trasportare dalle loro chitarre sferraglianti o dalle ballate più tranquille e coinvolgenti. Uno dei gruppi migliori in circolazione, non lasciateveli scappare.
Alla prossima
Sergio.
Quando tutto sembra andare per il meglio, cominciano i problemi: Oliveri viene allontanato dalla band, Grohl torna ai Foo Fighters e Homme sembra concentrato più su altri progetti. Nel 2005 i QOTSA tornano con il loro quarto lavoro dal titolo Lullabies to Paralyze: un disco che si concentra molto di più sulla ricerca di toni tranquilli, anche per aperta volontà di Homme che non vuole ripetere ciò che ci aveva fatto sentire nel precedente lavoro. E proprio il suo illustre predecessore è il problema di questo disco, il quale viene schiacciato dalla presenza ingombrante di quello che viene considerato uno dei dischi migliori degli ultimi 10 anni, sebbene il disco in sé non demeriti affatto. Nel 2007 esce la quinta e ultima opera Era Vulgaris: ottimo lavoro anche qui, ma sembra ormai i QOTSA si limitino a svolgere il compitino, perché nonostante questo disco abbia il suo indubbio valore, sappiamo che la band californiana può fare di meglio.
Ciò che contraddistingue i QOTSA è la secchezza dei riff di chitarra tipici del desert rock; i loro dischi sembrano dei viaggi nei quali ci si lascia trasportare dalle loro chitarre sferraglianti o dalle ballate più tranquille e coinvolgenti. Uno dei gruppi migliori in circolazione, non lasciateveli scappare.
Alla prossima
Sergio.
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