venerdì 20 marzo 2009

I rampanti anni '80

Si torna al rock in stile Bob Dylan e Leonard Cohen, sebbene non manchino le sonorità melodiche e della musica popolare, con un grande cantautore italiano. Definito addirittura il ''Principe'', parliamo di Francesco De Gregori e lo facciamo proponendo uno dei brani più famosi nella storia della musica italiana: La donna cannone (tratto dall'omonimo album del 1983). Il cantautore romano si rivela un poeta a tutti gli effetti. I suoi testi presentano un ampio uso della metafora e l'interpretazione non è sempre del tutto immediata. Ma proprio la sua vena ermetica a tratti incomprensibile farà la differenza. Non mancano riferimenti all'attualità ed alla storia. Del resto, De Gregori viene considerato un'artista ''impegnato'' sul piano sociale e politico. Ma torniamo alla scelta del brano. La donna cannone si ispira ad un articolo di cronaca, che racconta la crisi di un circo, ormai orfano della sua più grande attrazione, fuggita via per inseguire il suo grande amore. L'artista si serve di una ballata pianistica, per raccontare questa storia d'amore. E' la stessa donna cannone a prendere la parola. Ci parla in prima persona. Si spoglia delle sue vesti circensi. Si libera dallo stereotipo di ''fenomeno da baraccone'' e vola via, al di là del tendone azzurro del circo. Insegue il suo smisurato desiderio d'amore, la voglia di vivere una vita normale, non più segnata dalla diversità e dall'emarginazione. Non avrà più paura di non esser bella. Si riscatterà, facendo brillare il suo nome ''in faccia ai maligni ed ai superbi''. De Gregori più che una canzone, dipinge con le parole un quadro. L'azzurro, l'oro e l'argento richiamano i costumi appariscenti degli acrobati e tingono quel mondo effimero ed illusorio, che si contrappone con forza al cielo nero, che attende il volo più rischioso e vertiginoso di questa donna. Si sentono in lontananza gli applausi di un pubblico ''pagante'', che vive delle emozioni e sofferenze altrui. Ma l'essere umano, che prende coscienza della propria condizione e che lotta per la sua affermazione e riscatto sociale, smette di darsi in pasto alla folla e ''butta'' il suo enorme cuore tra le stelle. Si ripromette intimamente di farlo. Il mistero vola via pronto a vivere la sua vita consapevolmente ''in carne ed ossa'', senza più tornare nel buio alienante di una prigione.
Molteplici sono i richiami filosofico-letterari, che questo testo propone, ma lasciamo alla sensibilità o all'immaginazione dell'ascoltatore la possibilità di interpretare a suo modo le parole. Non mancate al prossimo appuntamento dello Shout con gli anni '80.
Giulia.


1 commento:

filu te ientu ha detto...

Scegliere un solo brano rappresentativo di De Gregori è difficile come scegliere uno yogurt al supermercato! Ad ogni modo "La donna cannone" racchiude egregiamente tutte le sue caratteristiche.

Colgo l'occasione per lanciare un piccolo sondaggio, una domanda che mi sono sempre fatto riguardo un famossisimo brano di De Gregori:

secondo voi, ma perchè il portiere "fece passare" il rigore calciato da Nino?

Spero che qualcuno mi dia delle interpretazioni diverse dalla mia!

Un saluto e bravi a tutti!